Arte contemporanea e natura – il Parco Sculture del Chianti

Nel cuore del Chianti senese, regione della Toscana nota in tutto il mondo per le sue dolci colline punteggiate di borghi antichi, cipressi e filari di viti, si trova il Parco Sculture del Chianti (o Chianti Sculture Park che dir si voglia). Situato a Pievasciata, a circa dieci chilometri da Siena, il parco è la perfetta espressione di quell’arte ambientale che in Toscana sembra trovare da anni la sua collocazione più congeniale.

Sono tanti infatti nella regione i parchi votati a questo movimento artistico teorizzato negli anni Cinquanta del Novecento (ma già annunciato – seppure in nuce – decenni prima dai maggiori rappresentanti delle avanguardie artistiche, come il Futurismo), e il Parco Sculture del Chianti rientra a pieni voti in questa categoria.

Nato per iniziativa dei coniugi Giadrossi, il Parco è stato inaugurato nel maggio 2004 e da allora questo museo a cielo aperto attira tantissimi visitatori, anche grazie al suo indubbio valore paesaggistico. Il Parco si estende infatti su una superficie di 13 ettari coperti da un bosco incontaminato di querce, lecci e castagni; qui ventisette artisti contemporanei di fama internazionale sono stati invitati a pensare le loro installazioni, mettendo alla prova la propria creatività.
A tutti è stato chiesto di creare opere site-specific, ovvero totalmente integrate con l’ambiente circostante, in pieno accordo con i principi artistici del movimento. Prerogativa dell’arte ambientale è infatti quella di portare a compimento una totale integrazione tra espressione artistica contemporanea e natura. Intento azzardato quest’ultimo e messo spesso in dubbio dai cultori dell’arte più puristi ma che in realtà il più delle volte sembra avere una buona riuscita, evidenziando il concetto di un’arte che, per quanto avanguardista, non risulta essere per niente prevaricatrice. Quanto appena detto è comprovato dalle opere presenti nel Parco Sculture del Chianti: ognuna di esse sembra quasi confondersi con gli alberi e i colori del bosco, andando ad esaltare – e non a mettere in ombra – la natura stessa.

È il caso per esempio di Ponte blu – the blue bridge dell’artista danese Ursula Christiansen: esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia del 2001 (dove quest’opera voleva evocare i ponti veneziani che attraversano i canali), quest’opera in vetro blu sta aspettando di trovare la sua definitiva collocazione. Il Ponte Blu infatti verrà posto sul tetto del Centro Visitatori dall’alto del quale incornicerà Siena, esaltando così la bellezza del paesaggio e portando a pieno compimento il connubio tra arte e natura.

The Blue bridge, di Ursula Christiansen

Questo connubio è ancora più evidente in The Keel – la chiglia di Kemal Tufan. L’artista turco ha realizzato un’opera suggestionata da reminiscenze bibliche e sembra voler rappresentare una moderna Arca di Noè, come quella biblica, arenata sulla terra dopo il ritiro delle acque del Diluvio Universale. Questo relitto – immerso in uno dei punti più boscosi del parco – è stato realizzato con grossi blocchi di lava vulcanica dell’Isola di Giava: un materiale naturale che, proprio per questa sua qualità, sembra aver subito l’intervento della natura in maggior misura rispetto ad altri materiali usati nel parco. La grande installazione di Tufan è infatti coperta di muschio e questa condizione “vissuta” sembra aumentarne il potere evocativo.

The Keel, di Kemal Tufan 

Continuando il percorso colpisce per il suo aspetto molto scenografico l’opera del tedesco Johannes Pfeiffer, The bridge – il ponte. L’installazione – di grande impatto visivo – attraversa il letto di un piccolo ruscello imponendosi quale punto focale del Parco e il visitatore percorrendola entra in stretto contatto con essa. Il ponte è stato realizzato con delle barre di ferro che con il loro susseguirsi riproducono l’equazione dell’iperbole; adesso che sono completamente arrugginite, hanno però l’aspetto del legno e si integrano alla perfezione con l’ambiente circostante.

The bridge, di Johannes Pfeiffer 

L’interazione tra pubblico e opere d’arte è un concetto ricorrente nel Parco Sculture del Chianti e lo possiamo ritrovare per esempio anche in Labirinto – Labyrinth di Jeff Saward. Artista inglese specializzato nella realizzazione di labirinti, Saward nel caso del nostro Parco ha voluto creare un labirinto ottagonale di mattoni in vetro colorato. Questa peculiarità rende ancora più suggestiva l’opera, visto che il vetro color verde acqua lascia filtrare la luce del sole all’interno creando suggestivi effetti di luce e chiaroscuri che esaltano il colore stesso delle pareti, creando ogni volta sfumature diverse.

Labyrinth, di Jeff Saward 

L’interno dell’opera di Saward, Labyrinth 

Un’altra opera che cattura certamente l’attenzione è Arcobaleno spezzato – Rainbow crash di Federica Marangoni: quest’opera, con la quale l’artista ha voluto sottendere alla fragilità della natura rappresentando un arcobaleno infranto in mille pezzi sul terreno, inevitabilmente risveglia in ognuno di noi quello spirito infantile altrimenti nascosto. Attraverso tutti i colori dell’arcobaleno e l’uso di materiali vari e solitamente in antitesi per la loro natura (i neon e i pezzi di vetro di Murano colorati) l’artista crea così un’opera divertente non peró fine a sè stessa ma ricca di significato e molto evocativa.

L’Arcobaleno spezzato di Federica Marangoni 

Per finire, molto bello anche l’Anfiteatro del Parco che è stato realizzato nel 2009 sfruttando una pendenza naturale del terreno; in questa suggestiva location nei mesi estivi si tengono interessanti concerti che possono spaziare dalla musica classica fino al jazz e altri generi musicali.

L’Anfiteatro che ci accoglie nel Parco Sculture del Chianti 

Nel Parco Sculture del Chianti, da considerarsi uno degli esempi più belli e lodevoli tra i parchi di arte ambientale esistenti, è facile quindi godere dell’arte in tutte le sue espressioni completamente immersi nella natura amena di un paesaggio unico come quello del Chianti senese.

Il Parco si trova a Pievasciata, in provincia di Siena, in località La Fornace.

 Interessante il video di presentazione al Parco, visibile cliccando qui 

Per ulteriori info e approfondimenti si consiglia di visitare il sito del parco www.chiantisculpturepark.it 

 

Clara Begliomini

 

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