Anche Pistoia, come ogni città dalle antiche origini che si rispetti, ha le sue mura e la sua fortezza, che segnano le fasi della sua storia, partita da molto lontano. Stiamo parlando della Fortezza Santa Barbara, tipico e importante esempio di architettura militare risalente al periodo granducale.
Il panorama sulla città dalla torre di guardia più alta della Fortezza Santa Barbara
Essa risale infatti al 1539, anno in cui Cosimo I de’ Medici incaricò l’architetto militare Giovan Battista Bellucci di costruire il nuovo baluardo difensivo di Pistoia. Originario di San Marino, Bellucci alla metà del Cinquecento divenne architetto e ingegnere ufficiale della corte medicea e – oltre che della costruzione della fortezza di Pistoia – si occupò anche delle fortificazioni di Firenze e Pisa.
La Fortezza di Pistoia giunta ai giorni nostri, realizzata per la precisione dall’architetto sanmarinese secondo il progetto di Nanni Unghero (architetto e ingegnere militare molto attivo a Pistoia a partire dagli anni venti del Cinquecento), al quale Bellucci successe nei lavori, trovò le fondamenta nel luogo in cui già si trovava un ben più antica struttura difensiva, intitolata quest’ultima a San Barnaba e che venne eretta, sempre dai fiorentini, negli anni trenta del Trecento. L’operazione di Cosimo I fu dunque un’operazione di rinnovamento che portò lustro alla città, ma che in quanto tale assunse anche ben altri significati, lasciando intendere il progressivo e inesorabile consolidarsi del potere mediceo sulle terre toscane.

La nuova fortezza venne intitolata a Santa Barbara (considerata la protettrice dei militari e delle fortezze) e rispetta le tipiche caratteristiche delle strutture difensive del periodo: pianta quadrangolare, angoli rinforzati da possenti bastioni, fossato a ulteriore difesa delle sue mura. Nonostante ciò, si trattava pur sempre di una fortezza di modeste dimensioni e fu per questo che lo stesso Cosimo I nel 1571, commissionò a Bernardo Buontalenti i lavori di ampliamento dell’edificio; il famoso architetto la inglobò in una nuova e più massiccia struttura circondata anch’essa da fossato, e la collegò alla terza cerchia muraria. Nonostante l’efficacia e l’importanza della fortezza pistoiese, le sue sorti furono però destinate all’oblio e al declino: alla fine del Settecento infatti il granduca Pietro Leopoldo ordinò il disarmo della fortezza, ponendo fine alla sua utilità militare e difensiva.
Altro scorcio della Fortezza, con il fossato e il ponte di ingresso
a quel momento in poi la struttura è stata utilizzata per assurgere ai più svariati compiti: caserma, e poi addirittura carcere militare. E’ arrivata ai giorni nostri in condizioni di degrado, dovute al suo abbandono e a un lungo periodo di incuria; condizioni che sono state in parte sanate da un lungo intervento di restauro avvenuto negli anni Settanta-Ottanta del Novecento, ma che ancora oggi non vede attuato il suo totale recupero per permettere una fruizione ottimale del luogo.
Del resto l’edificio richiederebbe interventi straordinari di manutenzione per un completo recupero, che sarebbe auspicabile per poter così restituire ai cittadini una struttura che ben rappresenta la storia di Pistoia. Già molto comunque viene fatto con la realizzazione di eventi all’interno della Fortezza e di visite che – pur non permettendo la sua totale apertura al pubblico – danno comunque la possibilità a pistoiesi e non di conoscerla e viverla in determinati momenti dell’anno.
Clara Begliomini