Nel precedente articolo abbiamo parlato della storia di Palazzo Fabroni. In questo nuovo capitolo parleremo invece della sua collezione, unica nel suo genere in città e meritevole della giusta attenzione. Quindi, cosa c’è da vedere a Palazzo Fabroni?
Il bel portone d’ingresso al museo
Le opere di Palazzo Fabroni a Pistoia
Il percorso inizia con le sale monografiche che ospitano le opere di Mario Nigro, Gualtiero Nativi e Agenore Fabbri, sviluppate intorno al grande salone centrale a doppio volume del primo piano, che è adornato dalla maestosa e bellissima opera Scultura d’ombra di Claudio Parmiggiani, che ne imprime le pareti. Pistoiesi di nascita, i tre artisti presenti in queste sale hanno però svolto la maggior parte della loro attività fuori dalla Toscana, portando quindi lontano il nome della città e contribuendo al suo prestigio.
Il salone principale del Museo, con l’opera di Parmiggiani “Sculture d’ombra”
Il percorso museale prosegue poi con le sale collettive che ospitano le opere donate al Comune di Pistoia da molti degli artisti intervenuti in passato a Palazzo Fabroni con mostre personali o tematiche.
Arte e scorci suggestivi a Palazzo Fabroni
Tra i tanti posti qui a testimoniare i linguaggi più vari dell’arte contemporanea è possibile trovare Roberto Barni, Umberto Buscioni, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Gianni Ruffi e Daniel Spoerri. Tutti molto attivi a Pistoia, di alcuni è possibile ritrovare – sparse per la città – anche altre opere, parte integrante di un itinerario di arte contemporanea che ogni appassionato in visita a Pistoia non può tralasciare; itinerario che trova il suo coronamento con la visita alla collezione del Palazzo.
Una delle opere della collezione, realizzata dallo scultore Jannis Kounellis
La collezione del museo è in continuo accrescimento, e anche in anni recenti non sono mancate donazioni di pregio. Nell’autunno del 2011 per esempio il fotografo Aurelio Amendola ha donato al museo ritratti fotografici di artisti legati alla città, ai quali è stata destinata una sala al primo piano dell’edificio. Il percorso si conclude con le immagini con cui Mario Carnicelli documentò la partecipazione alle esequie di Palmiro Togliatti nell’agosto del 1964, lasciate al museo dal fotografo in seguito alla mostra C’era Togliatti dedicata allo storico presidente del PCI tenutasi nella primavera del 2014.
Palazzo Fabroni e Fernando Melani
Interamente dedicata al pistoiese Fernando Melani è la sala in cui sono state collocate opere di dimensioni maggiori e particolari progetti che non hanno trovato spazio nella casa-studio del pittore sita in Corso Gramsci. La casa-studio di Fernando Melani – compresa nello stesso circuito museale – rappresenta per questo il naturale proseguimento della visita di Palazzo Fabroni, costituendo come “un’appendice” del museo stesso. Visitando entrambi, infatti, è possibile avere una visione compendiaria sull’arte cittadina del Novecento, conoscendo in modo completo la figura di Melani.
Pistoia Capitale della Cultura 2017: il ruolo di Palazzo Fabroni
Facile capire quindi l’importanza e il radicamento sul territorio di questa istituzione che, adesso più che mai, assume un ruolo strategico nella diffusione del patrimonio artistico locale e non in tutto il paese. Il Museo di Palazzo Fabroni infatti è compreso nel progetto di valorizzazione e riqualificazione che ha fatto guadagnare alla città il prestigioso titolo di Capitale della Cultura 2017, e quindi il prossimo anno sarà interessato da interventi ad hoc rivolti a mettere in risalto il patrimonio e le bellezze di Pistoia, che spiccano anche nel panorama artistico contemporaneo. Quest’ultimo punto non sempre è stato tenuto di conto, l’arte contemporanea in città spesso non è conosciuta e se ne sottovaluta il suo peso culturale; ma adesso è giunta l’ora di fare chiarezza una volta per tutte, facendo sì che si ponga l’attenzione sulla indubitabile vivacità culturale di Pistoia su tutti i fronti, perchè città aperta anche al contemporaneo.
Clara Begliomini
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